Poesie

Aldilà

 

Concluso il mio canto

appena uno sguardo

e remota scorre l’esistenza.

Plaga dei cristalli rifletti le mie orme

profonda terra accogli quel che resta.

Eburnea la mia anima si libra

fra aulente brezza e divina melodia

ora sono l’incanto.

 

AMASIE

Silenzioso è il tenermi  per mano lungo il viaggio nel breve sereno,

labbra e carezze rubate all’impetuosa appartenenza

Invisibile e fuggevole amplesso stento dell’anima e radice del taciuto

nel nulla esisti e l’amore si consuma nell’amore

 

AMBASCIA

Pausa profonda del mio respiro

Puro e semplice sorriso, diventi me

come io sono te, fiaba delle piccole cose.

Inquieti senza fine, ignorati dalla pace.

Oppressi da  insaziabili segreti,

camminiamo al buio nella rara ragione dei sensi,

cuore contro cuore ma è un nuovo inizio.

 

ASPREZZA

Empi senzadio si rincorrono

toccano la folle geometria della vita

nel desolato magone dell’esistenza

Frutti acerbi dell’equilibrio

partoriti da una madre senza grembo

destinati a maledire il giorno della luce

Scabroso cammino dell’erudito senza verbo

nelle zolle della ragione

fra le recise radici della memoria

Oscure caverne di virtù e valori

esaudiscono alfine l’immorale ingordo

e l’apoteosi dell’insolito artefatto…

sempre prevale.

 

AURA

  Nella direzione del mio tempo

  fra campi ed universo esisti

 fonte di semplicità e bellezza.

Senso della vita.

Serberò te

madre

vento nel mio grano.

 

COMMIATO

Mano nella mano fino alla porta del cielo

poi fra le schegge di un esistenza finita

tutto diventa silenzio.

Il vuoto svela il perduto incanto

sparge mestizia

e la mancanza racconta una infanzia ora finita

 

Divina follia

 Dio diede lumi atomici per insana fede

senza meditare su quanto avrebbe pianto.

 

GAUDIUM BIBENDI

Lascia che sia la bellezza fra sole e magia

a crear racemi

che sia il buio al fresco a maturar vinario.

Divino aroma, inebriante ambrosia

 chiave di tregua

riconciliazione degli iracondi

Dove senti cantare fermati,

lascia la misura,

gli uomini malvagi non hanno canzoni

Felice nel tripudiar con passi lenti

raccogli l’essenza

e nel vento dei liberi pensieri

scopri di saper danzare.

 

L’ avverso desio

Un corsiero è il palpito

in sella d’avorio evoco il pensiero più austero

i fornimenti accecano e tormentano l’arcano volo

servo dell’oscuro giudizio la mia rabbia pervade.

Imperativa la mia fabbrica obbliga a planare

dibatte e disputa

ammonisce il possesso, modera i piaceri

cheta l’insaziabile brama avversa dell’intelletto.

Indugio,

allegoria ed eloquenza confondono i principi

piegano i miei impuri meriti

predano i miei segreti.

Senza chiavi per dirimere la disputa

esalo il mio impeto, inseguo l’eufonia

la meraviglia e la malefica passione

lasciano l’insana impronta.

Sedotto dai bisbigli mi inchino al tormento

edifico la mia casa sulla sabbia

e monolitico

vittorioso o perdente

persisto e non ricuso il mio delirio.

 

LA COMPUNZIONE

 Con passi lenti vivo la terra,

linfa della libertà,

volontà indomabile.

L’esistenza danza controvento

osservo, ascolto

e  lo stupore si frammenta.

Costruire chiavi

per la rugginosa gabbia

è  la secolare controversia.

Teatro dell’infattibile

nel silenzio della ragione

sana l’insania.

Ermetico e sublime acume

mieti i ricordi,

turba le certezze.

Anima brada sospesa nel vuoto

indugia nel vento,

nella materna acqua risorgi radiosa.

 

LA CONVERSIONE

Il respiro dell’alba carezza il silenzio,

il giorno si ripete.

Oggi riscrivo il mondo.

La gioia custodirà il mio tempo,

aureo nei campi di grano

fra mille canti desterò il mio cuore.

Senso della vita

consacrati all’amena fonte,

un sorso e nel deserto fioriranno cento colori.

Blandizie di giusti e penitenti,

infidi sussurri e propizi impegni,

ingrato sconfesso.

Nelle  turbate acque,

faro dell’immortale essenza

persevero e riscrivo il mondo.

 

La sosta

Attraverso i sentieri della mia anima,

arrivo,

mi siedo fra uomini senza cura, senza pena, senza senno.
Non m’importa, respiro.

Solo lo spirito del vecchio albero ad est del villaggio,
sa di sicuro che sono un immortale di passaggio,
si ricorda di me come colui che arrivò alla sua radice
senza mai scuotere i suoi rami.

 

L’ANELATO EPILOGO

Come l’acqua che precipita nell’immaginaria traversia,

spira la rotta della mia esistenza

e orbata l’anima tace.

Se fossi un libro che contiene la mia storia

vorrei fosse l’empireo a descriverne i colori,

vorrei l’ultima pagina fosse sorgiva.

Vorrei essere niuno

per celare la mia essenza

ed al riparo dalle menti di chiunque sfiorire.

 

L’ELETTO

Resterò sempre e perfettamente

padrone di me

ed ardimentoso e fiero,

destinato alla gloria,

libero dal male combatterò

l’ingiustizia, l’oppressione ed il tormento.

Ammonirò le colpe

ed esaudirò il perdono,

sarò povero

nella più remota contrada della terra,

sarò forte fra rocce e deserti.

Sarò nel mio cammino leale nell’arte.

Farò del mio corpo un santuario,

dello spirito la mia arma ,

dell’umanità la mia ricchezza.

Sarò sempre puro nel ringraziare .

In ogni opera loderò l’artefice.

E’ giusto che sia così.

Lo Giuro !

 

L’ESITO

Concluso il mio canto

appena uno sguardo

e remota scorre l’esistenza.

Plaga dei cristalli rifletti le mie orme

profonda terra accogli quel che resta.

Eburnea la mia anima si libra

fra aulente brezza e divina melodia

ora sono l’incanto.

 

MAGONE

Svanente il chiarore avvolge quel che un tempo era gioco

il cupo sommerge l’azzurro

Paura concepita dal nulla

quel nulla che tutto svela e rivolta il riparo

Madre senza sole e tempo

canto della vita,  ora sei gelo

 

PRETTO GAUDIO

Sorsi colmi di letizia

ventura dell’uomo allegro,

voci, canti e balli,

catena della pace.

Ilari giochi intinti nel novello,

intrise di rosso le storielle,

armi del piacere

che sangue non spargono.

Libagione all’unione

del felice creato,

bicchierata di gioia

col color più chiaro.

Disfatto questo mondo,

solo sorrisi, abbracci e brindisi

servono per tributar onore all’uomo

ed al frutto del vitigno.

 

RESIPISCENZA

 Seduto sul fondo i pensieri toccano l’abisso

l’oscuro speco avvolge l’aura

acuminati frammenti di bellezza vissuta  sfigurano lo sguardo

L’angusta porzione assedia la sostanza

un barlume esorta  il buio e l’ interstizio rivela resti del chiarore

ma  l’inerte ombra inganna , non assolve

e la luce precetto dell’esistenza si tormenta.

 

SMANIAMORE

Cercami nel silenzio

trovami  e parlami senza parole

stringimi, dimena l’amore

brucia nel mio fuoco

abbandona la trascorsa esistenza

e senza temermi se non esisto inventami.

 

VANA PRESENZA

Consapevole interezza

conto gli anni di una vita goduta.

Amore senza cura

cado nell’inferno e mi rialzo,

meraviglia di un viaggio verso il vuoto

mi arrendo alla rapida e fuggevole illusione

di averti dentro fino alla morte.

 

VOLATILE  ESSENZA

Soave natia presenza

ora che sei  farfalla

silenzioso è  il tenermi per mano

Indissolubile legame

materno vincolo

che la morte non domina

Il tuo verecondo volo

cenno del dopo

è certezza dell’amore infinito.