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ATLANTISMO E ATLANTIZZAZIONE

 

di Salvatore Maria Mattia Giraldi

Due termini tanto simili che, però, hanno un significato e un peso storico completamente differente.
Difatti l’atlantizzazione affonda le sue radici nel XVI secolo, quando, inseguito alla scoperta e alla conquista del continente Americano, si diffuse la tratta degli schiavi. Quest’ ultima prevedeva il commercio “triangolare”, che coinvolgeva nello scambio di merci tre continenti: l’Europa, l’America e l’Africa. Questi traffici atlantici caratterizzarono il periodo storico che va dal cinquecento al ottocento. Si assiste, dunque, al trasferimento dei vari traffici dal Mediterraneo all’Atlantico e pertanto anche l’Italia che fino a quel momento ricopriva un ruolo cardine da ora in poi, a causa della sua posizione geografica, ricoprirà un ruolo subalterno nei commerci.
L’atlantizzazione poi con il passar del tempo non si limiterà più ad essere un accordo prettamente economico ma nel periodo della Guerra Fredda, quando gli Stati Uniti e i paesi dell’Europa occidentale cercavano di creare un fronte unito contro l’Unione Sovietica e i suoi alleati comunisti. Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989 e il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, l’atlantizzazione ha acquisito una nuova rilevanza. Molti paesi dell’Europa orientale e dell’ex blocco sovietico hanno cercato di aderire sia alla NATO che all’Unione Europea, in un processo noto come “allargamento atlantico”. Questo processo ha portato ad una maggiore integrazione economica, politica e culturale tra i paesi atlantici, contribuendo a rafforzare la stabilità e la prosperità nella regione. Negli ultimi anni, l’atlantizzazione è stata influenzata anche dalla globalizzazione e dalla crescente interdipendenza tra le nazioni. Questo accordo si convertì inseguito in ciò che noi conosciamo come atlantismo. L’atlantismo ha avuto origine dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando gli Stati Uniti e i paesi europei occidentali hanno stretto legami più stretti per affrontare le sfide comuni e promuovere la pace e la prosperità nella regione atlantica. Questa cooperazione ha portato alla creazione di istituzioni come la NATO (Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord) e l’Unione Europea, che hanno svolto un ruolo cruciale nel mantenere la stabilità e la sicurezza nella regione. L’atlantismo si basa su valori condivisi come la democrazia, i diritti umani, lo Stato di diritto e l’economia di mercato. Promuove inoltre la liberalizzazione degli scambi commerciali e degli investimenti, favorendo la crescita economica e lo sviluppo sostenibile.
Tuttavia, l’atlantismo si trova di fronte a diverse sfide nel contesto geopolitico attuale. Il crescente nazionalismo e il protezionismo economico in alcune aree del mondo stanno mettendo in discussione i principi di cooperazione transatlantica e la nuova sfida è appena cominciata.
La storia impone la trasformazione e la crescita e tutto e tutti restiamo comunque parte integrante di questo gioco.

 

 

In fondo a sinistra

 

 

 

 

di Salvatore Maria Mattia Giraldi
Vice Direttore

Compagno di scuola, compagno di niente
Ti sei salvato dal fumo delle barricate?
Compagno di scuola, compagno per niente
Ti sei salvato o sei entrato in banca pure tu?
(Antonello Venditti)

I terroristi delle Brigate Rosse da assassini diventano rivoluzionari, i sovversivi diventano ideologi e dopo anni di galera, insegnano nelle università, pubblicano libri e si candidano, mentre nessuno, oltre ai propri cari, probabilmente, ha mai pianto uno dei tanti poliziotti e carabinieri vigliaccamente uccisi per le strade per garantire quella sicurezza che oggi ci consente di vivere civilmente nel nostro paese.
Disordine, disumanizzazione, allentamento dei vincoli etici e sociali e perdita dei punti di riferimento univoci determinano una condizione giovanile che fa proprio un modello di società fondata su quella perversione che incentiva, incoraggia e patrocina una realtà dove terroristi, ladri, corrotti ed immorali hanno un futuro garantito. Formare nei licei la futura classe dirigente significa forse offrire come modello una Salis, violenta, condannata, prevaricatrice, occupante abusiva di alloggi a danno degli aventi diritto, che grazie al gioco sporco dei radical chic viene, da detenuta, addirittura catapultata in parlamento europeo, al solo scopo di sottrarla alla detenzione ed alla pena. Una vergogna tutta italiota, che affonda le radici nel vizio, nella trasgressione, nell’alterazione, nell’anomalia e nella prevaricazione. Ancora si può parlare di Educazione Civica e Codice Etico nelle scuole, quando l’alto grado di pericolosità ed il significato culturale di queste azioni, affermano nei bambini e negli adolescenti l’ammissibilità di modelli offensivi, violenti a discapito della legalità?  Uno Stato che afferma valori ed azioni morali nell’insegnamento, offrendo la possibilità, ad un popolo alla deriva, di scuotere attraverso il voto l’onestà e di promuovere l’illegalità, la violenza e la perversione, quale garanzia offre al futuro delle persone oneste? Riappropriarsi dei principi morali e cercare di insegnare qual è il corretto metro di ciò che è bene e di ciò che è male, resta la sola possibilità di affermare la legalità.  Per tutelare la legalità ed il futuro dell’onestà, arrestando la sporca deriva sociale promossa da una sinistra che adotta “mezzucoli” in odor di fascio, nonché l’uso delle coperture politiche, servirebbero leggi severe ed immediate.
È il lento processo dell’assuefazione che logora la mente del distratto, del superficiale e del disattento, fino a renderlo incapace di capire il confine netto che ancora esiste fra morale ed immorale, fra legale ed illegale, fra normale ed anormale, fra artefatto e naturale, fra vero e falso. Una certa classe si è appropriata della comunicazione e da anni diffonde modelli che drammaticamente indignano, offendono, sorprendono e violentano adulti, giovani e bambini, promuovendo una società dipendente dal sul sesso, dalle devianze, dal vizio, dalla violenza, dallo scandalo, dall’alterazione, dagli espedienti e dalla sottrazione, in nome di una libertà che si fonda su dei diritti di nuova interpretazione e contemplazione, che di fatto non servono a tutelare nulla, oltre a quello che Costituzione e Codici già ben tutelano, ma esclusivamente ad imporre a tutti un volere orientato al raggiungimento di uno status che destruttura sempre più la normalità, anche biologica, indebolendo la capacità interpretativa dell’identità e della devianza, divenendo il punto più critico del futuro dei giovani. In fondo anche la Salis, che presto indosserà tailleur e borse firmate deve, come nell’infelice caso di Aboubakar Soumahoro, ringraziare chi conoscendo il proprio elettorato, composto dalla borghesia medio-alta che segue e sostiene per moda e per snobismo idee estremistiche e radicali, ha inteso candidarla e cambiarle di fatto la vita. Resta certo che una “guerriera antifascista che lottava per la libertà” come lei, grazie al disorientamento di tendenza ed al tornaconto di una coalizione politica compiacente, è finita da una realtà di violenta repressione del libero pensiero ad una immersione in apnea nel calderone dell’astratta e sottile repressione della libertà, nell’imposta condivisione di diritti e valori ad esclusivo appannaggio delle banche, dove la profonda stima nei suoi confronti recita:

 “Se Ilaria Salis a luglio dovesse sedere all’Eurocamera, non sarebbe un problema, d’altronde in quest’aula non sarebbe la prima criminale” (Fidez, Eurodeputata).

https://www.corrierenazionale.net/2024/06/10/in-fondo-a-sinistra/

 

 

La deriva aziendale della scuola

 

di Salvatore Maria Mattia Giraldi

Sono passati più di una ventina d’anni dalla riforma che ha cambiato dalle radici la scuola italiana, si è passati da un modello di  scuola accentrata e statalista alla  scuola dell’autonomia che già negli anni Sessanta del Novecento si era affermata nel Belgio e nei Paesi Bassi; solo negli anni Ottanta questo nuovo modo di guardare alla scuola cominciò a svilupparsi nel resto d’Europa, inteso in genere quale trasferimento limitato di competenze, come in Francia e nel Regno Unito. Le politiche di autonomia scolastica si diffusero un po’ ovunque, anche nei Paesi nordici, negli stati Baltici e nei Paesi dell’est con lo smantellamento del blocco egemonizzato dall’ex Unione Sovietica. Il decentramento ha poi ricevuto un forte impulso dalla sottoscrizione del trattato di Maastricht (1992), così tale modello di gestione si è un po’ diffuso in tutta Europa. L’autonomia  finanziaria e di gestione oltre a quella didattica e di ricerca ha determinato la nascita della scuola azienda,  fatta di progetti e rapporti di interscambio col territorio; il preside è diventato dirigente scolastico e i docenti hanno visto lentamente ridurre la loro autorevolezza. Oggi si è tornati a parlare nuovamente di autonomia scolastica a causa delle proteste dei mesi scorsi sulle misure di dimensionamento scolastico che porteranno molte scuole ad essere aggregate e a perdere la loro autonomia a causa della diminuzione della popolazione scolastica italiana e della crisi che ha imposto, con il PNRR, la diminuzione delle spese di gestione. L’autonomia scolastica ha portato in questi anni sicuramente innovazione didattica e formativa: le scuole si sono aperte, con il curricolo dell’autonomia, verso il territorio   anche con i percorsi di alternanza, oggi PCTO, ma se i lati positivi sono stati diversi non sono mancati anche i negativi e su questi ci soffermeremo. Col tempo i progetti finanziati dalla UE e le molte attività esterne alla scuola hanno tolto diverse ora alla didattica in aula ed il processo di apprendimento ne ha inevitabilmente risentito; si è dato molto peso alle competenze, dimenticando che per poter sviluppare adeguate competenze vi deve essere prima l’acquisizione di una solida base di conoscenze.La scuola ha sempre più marginalizzato il ruolo del docente che è diventato un semplice mediatore culturale mentre il ruolo educativo, fondamentale per la strutturazione umana e sociale della persona, è stato molto trascurato; di recente per ovviare a queste mancanze  si è introdotta l’educazione civica quale percorso trasversale a tutte le discipline, ma di fatto, per come è stata pensata e gestita, poco incide sulla reale formazione degli alunni. Di contro la scuola-azienda ha messo sempre più al centro l’utente ossia gli alunni e i genitori, creando una sorta di sbilanciamento ai danni della funzione docente, sempre più dequalificata dal contesto. In alcuni casi le famiglie hanno assunto addirittura un ruolo prevaricatore e delegittimante nei confronti delle valutazioni fatte dai docenti.Ma quale è il prodotto dell’azienda scuola? Verrebbe spontaneo dire la formazione di un futuro cittadino preparato, autonomo e consapevole, ma l’uomo non è un prodotto. L’autonomia ha richiesto la promozione della scuola- azienda attraverso attività di orientamento indirizzate verso gli alunni della secondaria di primo grado per incentivare le proprie iscrizioni; si è creata una sorta di contesa degli alunni tra le varie realtà scolastiche del territorio: è il numero degli alunni che garantisce il mantenimento dell’autonomia di gestione ed anche delle retribuzioni più alte ai dirigenti che amministrano una realtà scolastica demograficamente cospicua. La maggior parte dei dirigenti non vuole che si adottino da parte dei docenti o dei consigli di classe delle valutazioni oggettive degli alunni, perché se si spargesse la voce che i docenti sono esigenti ci sarebbe una drastica riduzione delle iscrizioni. Inoltre, a dire di alcuni dirigenti, se gli alunni non hanno raggiunto un certo livello di profitto la responsabilità ricade sempre sui docenti che non hanno trovato o adottato le strategie giuste, eppure sembra sfuggire che lo studio è fatto, in particolare per i ragazzi più grandi, anche di rielaborazione autonoma dei contenuti e dei processi appresi a scuola ed è soprattutto individuale. Sorgono spontanee alcune osservazioni: come fa il docente a far sentire la sua autorevolezza, in un contesto che lo ha messo da tempo ai margini e di cui gli alunni sono consapevoli, per farsi ascoltare da studenti che definire vivaci in alcuni contesti spesso è un eufemismo. Oggi poi si parla tanto di inclusione ed in base alle normative è diventato quasi  impossibile lasciare un debito o, nei casi estremi, bocciare e questo gli alunni lo sanno ed il loro impegno a scuola in diversi casi è ridotto al di sotto del minimo. La situazione diventa ancora più difficile per i docenti quando si svolgono le Prove Invalsi, le quali a volte sono sganciate dai reali programmi svolti in classe e quindi sono poco comprese dagli alunni; accade così che gli esiti delle prove spesso sono negativi e indirettamente viene dato un giudizio negativo sull’operato dei docenti che ancora una volta si ritrovano colpevolizzati e non considerati da un sistema che non ha compreso o che non ha una visione globale di problemi interconnessi. Un grande problema, specialmente in alcuni istituti dove già vi sono problemi sociali e di integrazione, è l’allentamento del controllo sul rispetto delle regole che spesso rende i docenti meno determinati vittime dei comportamenti irrispettosi e aggressivi di alcuni allievi. Ma spesso questi studenti, in un sistema permissivista, lungi dal ricevere le opportune sanzioni disciplinari si ritrovano attribuito dal consiglio di classe nove in condotta, in spregio agli attacchi subiti dal docente vittima, come ci hanno attestato recenti fatti di cronaca. Come è possibile questo, la risposta è semplice: il consiglio di classe ha applicato i descrittori della griglia sul comportamento, come vuole un sistema burocratico asettico. Quando purtroppo accadono queste cose la scuola viene snaturata e perde ogni valore educativo e formativo.Non bisogna lamentarsi poi se la violenza dilaga tra i giovani, perché abbiamo creato un sistema disorientante, malato e schizofrenico: non c’è meritocrazia per chi studia né punizione per chi commette illeciti. Naturalmente queste situazioni sono diffuse soprattutto in quelle istituzioni scolastiche dove c’è una scarsa coesione tra docenti e poca disciplina e rispetto da parte di più soggetti, anche interni alla scuola, verso i ruoli e le funzioni di chi educa.

https://www.corrierenazionale.net/2024/03/23/la-deriva-aziendale-della-scuola/

Per chi suona la campana

di Salvatore Maria Mattia Giraldi

Mentre  la musicoterapia, che convalida  il suono come strumento di comunicazione non verbale è importante a livello educativo, riabilitativo o terapeutico, in una varietà di condizioni patologiche e parafisiologiche, l’uso della torre campanaria per richiamo dei fedeli alle funzioni diventa sorgente di rumore ambientale! La scienza riconosce i benefici del suono ed in Italia la musicoterapia viene utilizzata nelle aziende sanitarie locali, nelle scuole, negli istituti di riabilitazione, negli studi privati, da medici, psicologi ed altre figure sanitarie ed anche praticare il bagno sonoro con le campane favorisce il rilassamento ed il benessere interiore, stimolando il paziente, attraverso il suono ricco e profondo,  a ritrovare la propria identità. “Le campane erano nel passato, simbolo di vita in comune, scandivano eventi lieti e tristi; avvertivano coi loro rintocchi che qualcuno se ne era andato, le conversazioni si interrompevano e ci si chiedeva: chi è morto? Oppure suonavano a festa nelle ricorrenze, chiamavano alle funzioni religiose. Questa vita di comunità si svolgeva intorno alla chiesa e quando le campane segnavano le ore nella notte era come se la presenza della Chiesa si prolungasse nella quiete notturna. Se ne va un altro ricordo del mondo di ieri. Adesso le ore sono scandite nel silenzio digitale di Internet». (Piero Ottone) Oggi vengono a collidere due diversi principi tutelati dalla Costituzione Italiana: il diritto alla tutela della salute (sancito dall’art. 32) e il diritto di libertà di espressione religiosa e di farne propaganda (sancito da art.19 e art.7), ma il motivo scatenante il tema del  disturbo causato dal suono delle campane è salito agli onori della cronaca per le posizioni contrastanti fra cristiani e musulmani e quell’appello del Muezzin, che per qualche politico confuso deve entrare a far parte della nostra cultura, vede diventare di colpo l’appello alla preghiera cristiana, di per se offesa per un’altra comunità, disturbo alla quiete pubblica. In tutto questo  resta il mistero della misura del valore assoluto di immissione dei suoni ed i relativi interpretativi criteri della norma giuridica e le lamentele per una scampanata arrivano a superare strumentalmente quelle della ben tollerata movida,  dove il suono si trasforma in assordante rumore fino a notte inoltrata. Le campane che risuonavano, a volte anche di notte per allarmare il popolo in caso di incendi o calamità vengono sostituite da una applicazione sullo smartphone, quelle che scandivano il ritmo di lavoro di mercanti e operai, che annunciavano adunate e sommosse e che richiamavano  impegni civili, sociali ed ecclesiastici, completamente abolite. Il suono manuale delle campane viene spazzato via da  quell’intelligenza artificiale silente che pretende di realizzare sistemi in grado di simulare il comportamento ed il pensiero umano e così i diffusori magnetodinamici vengono posti sui campanili delle chiese, per riprodurre il contenuto di un disco a bassa frequenza. Ottima soluzione per il parroco che non avrà più il problema di dover assicurare uno  stipendio al campanaro ed anche per il campanaro stesso che non ha più il compito di dover formare un suo successore. In questa incalzante epoca di  imbarbarimento tecnologico di una società svuotata di molti valori e verosimilmente vissuta passivamente dalla  Chiesa, capita anche che la Conferenza Episcopale Italiana ritenga che sia necessaria una regolamentazione ecclesiastica e suggerisce ai Vescovi delle diocesi italiane di assumere un apposito provvedimento finalizzato a regolare l’uso delle campane in casi assai limitati, fornendo, fra l’altro, l’urgente direttiva di far suonare in caso di decesso non più tre rintocchi per gli uomini e due per le donne, ma gli stessi rintocchi per ambedue i sessi, ma ahilòro non ossequiando di fatto la teoria gender ! Resta comunque certo che il suono delle campane, sorvolando alto le idiozie imposte dalla futilità vestita da ingegno ed il disturbo altrui, escogitato per propri fini da menti perverse fautrici della teoria del politically correct, resta comunque una lingua o meglio un insieme di diversi dialetti che conserva un repertorio storico di grande importanza musicale e culturale e per ovviare al mancato passaggio generazionale stanno sorgendo dappertutto gruppi di suonatori di campane che conoscono l’importanza di far sopravvivere un’arte tanto antica e sicuramente la prova della passata esistenza dell’uomo semplice e di sani costumi.

https://www.corrierenazionale.net/2023/11/26/per-chi-suona-la-campana/

 

Il vicario di cristo rieduca il pensiero di Cristo

 

di Salvatore Maria Mattia Giraldi

La chiesa di tutti, ma non di Cristo è quella che sta costruendo Bergoglio, una pseudo Chiesa che somiglia sempre di più ad un centro sociale ed ora ad un ritrovo ad archi colorati piuttosto che ad un luogo sacro dove si professa la fede nei dettami cristiani e si medita la Parola di Dio.
“ Il sesso è una delle cose belle che il Signore ha dato e chi caccia dalla Chiesa le persone Lgbtq è un infiltrato” (Papa Francesco)
I principi fondamentali della fede cristiana che costituiscono l’essenza stessa del cristianesimo sono stati violati e violentati in questi giorni dal Dicastero per la dottrina della fede, guidato dal cardinale Victor Manuel Fernandez; duemila anni di Cristianesimo vengono spazzati via da un blasfemo e sacrilego progetto di modernizzazione della Chiesa che ne mina la stessa sopravvivenza. Una religione è tale finché i suoi principi spirituali e morali sono immutabili, non può essere soggetta a revisioni né può seguire le mode del tempo perché non sarebbe più espressione di valori universali, validi in ogni tempo ed in ogni luogo, e quindi viene meno il suo ruolo di guida dei popoli. Bergoglio ha dichiarato che “nella Chiesa c’è spazio per tutti” e ha firmato il documento che include in parte le persone Lgbtq,  invitando a ponderare ogni situazione e a mostrare prudenza “qualora si verificasse pericolo di scandalo”, senza considerare che al cospetto della Dottrina di Cristo già tutto questo supera di gran lunga lo scandalo. Queste esternazioni di Bergoglio lasciano ancor più confusi ed increduli osservanti di autentica fede Cristiana, specie se si ricorda la ferrea intransigenza morale e dottrinale di un Giovanni Paolo II, il papa polacco che rifiutò l’eucarestia ai divorziati in quanto erano venuti meno al sacramento del matrimonio. Va ricordato che Bergoglio, da Arcivescovo di Buenos Aires, quando era capo della Conferenza Episcopale Argentina e si dichiarò a favore delle unioni civili proponendo di appoggiarle, fu messo severamente in minoranza. Secondo i nuovi dettami che arrivano da oltretevere un transessuale che si è sottoposto a trattamento ormonale e ad intervento chirurgico di riattribuzione di sesso, può ricevere il battesimo come gli altri fedeli. Possono anche essere, insieme a persone Lgbtqa, padrini e testimoni di nozze in chiesa, ma la prudenza pastorale esige che “questo ruolo non deve essere consentito qualora si verificasse pericolo di scandalo”; a questo punto tale postilla suona strana se non addirittura equivoca ed ipocrita! Le verità di fede e la morale da sempre non sono mediabili ed il loro rigore ne è l’essenza pertanto è l’uomo che si adegua ad esse rispettandole.  Queste nuove disposizioni contrastano con quanto è scritto nelle Sacre Scritture secondo le quali il corpo è il tempio dello Spirito Santo e non deve essere violato, secondo questi termini, per come l’ha creato Dio. Inoltre se l’uomo è fatto ad immagine e somiglianza con Dio non può stravolgere il suo corpo perché sarebbe un peccato contro lo stesso Dio dal momento che l’uomo che cambia la natura del suo corpo rifiuta il corpo come dono di Dio, ha a spregio la creazione di Dio e la sua Perfezione e ha una visione errata della persona umana che porta a gravi danni e sofferenze, come scrive il vescovo Michael F. Burbidge in un documento indirizzato ai pastori della diocesi di Arlington.  Per i cattolici scandaloso e contrario alla Dottrina cristiana è anche concedere ad omosessuali e trans di essere padrini di battesimo e testimoni di nozze dal momento che i due ruoli nelle intenzioni della tradizionale dottrina hanno la funzione di sostenere e guidare nella fede il battezzato e gli sposi e quindi presuppongono una grande saldezza morale, ma come può guidare nella fede chi con la sua vita va contro i principi della stessa fede? Sarebbe come dire che il cieco guida il vedente. Nel documento si afferma che anche i bambini e gli adolescenti con problematiche di natura transessuale, se ben preparati e disposti possono ricevere il battesimo. Anche quest’ultima affermazione lascia interdetti e sconvolti i cattolici ortodossi dal momento che viene affermata una sorta di sessualizzazione precoce già nei bambini che di fatto biologicamente non c’è. Con simili disposizioni nei fatti viene promossa una sorta di svendita dei sacramenti. Il Dicastero della fede affronta anche il problema dei genitori gay e di quelli che hanno avuto il figlio attraverso la gestazione di altri, questi potranno battezzare i propri figli, ma per poter battezzare il bambino ci deve essere la speranza che venga educato nella religione cattolica. Bergoglio dall’alto del Trono di Pietro sdogana per il modo intero la liceità pontificia dell’utero in affitto e di quella maternità surrogata, fra l’altro a pochi passi dal cupolone vietata dall’articolo 12, comma 6, della legge 40/2004. Il testo è un terremoto nella Chiesa anche se ha molte imprecisioni. Dal gesuita James Martin, che negli USA è il rifermento pastorale dei credenti Lgbtqia, il testo è stato accolto con grande entusiasmo. Qualcuno potrebbe obiettare che nel Codice di Diritto Canonico non esistono divieti per trans o altri  e quindi il problema non esiste, ma la questione è mal posta perché non è una questione di diritto, ma di dottrina dei principi fondanti la religione cattolica. Va ricordato che uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio è il peccato impuro contro natura, e il sesto comandamento recita “non commettere atti impuri”; va poi ricordato cosa scrive San Paolo, l’apostolo delle genti, in Lettera ai romani 1,24-32. Questi sono alcuni dei fondamenti della fede cristiana e sono lapalissiani ed incontrovertibili, le verità di fede presenti nei Vangeli e nella Bibbia non possono subire mutamenti dopo duemila anni per cui le nuove posizioni adottate da Bergoglio non sono più né cattoliche né cristiane. Il cristianesimo vero impone scelte  radicali, non ammette sconti per nessuno, il cristiano vero muore per difendere la sua fede e ce lo hanno insegnato i martiri. Il cristianesimo si basa sul perdono e sulla lotta eroica alle tentazioni del mondo e tra queste c’è la lussuria, Cristo ha detto all’adultera” va e non peccare più”. Il Cattolicesimo, come l’Islam, non accetta i gay nella comunità dei fedeli perché “l’uomo deve vivere secondo le leggi di Dio e procreare”, l’omosessuale può essere accolto solo se si pente del suo peccato e si converte, allo stesso modo può essere accolto anche chi ha commesso il più grave dei peccati ed ha cambiato vita, ma purtoppo non esiste un confine tra il sacro ed il profano e non serve meravigliarsi se anche un prelato  a disprezzo dei dettami di Cristo cerca in tutti i modi di portare a casa una legge ad personam.
Il gesuita Martin: “ La Chiesa chieda scusa alle persone Lgbt e non dica loro di essere casti”.
Chiaramente le competenze interculturali, teologiche e spirituali non sono solo diverse, ma abissali fra Martin ed un Padre innovatore della Chiesa di Cristo: “Il disegno divino della salvezza abbraccia tutti gli uomini: e coloro che, senza propria colpa, ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma cercano sinceramente Dio e sotto l’influsso della sua grazia si sforzano di compiere la sua volontà riconosciuta nei dettami della loro coscienza, anch’essi, in un numero che Dio solo conosce, possono conseguire la salvezza.” (Cfr. Lumen gentium, 16). Il cristianesimo a differenza dell’islam condanna si la scelta omosessuale, ma umanamente in nome di Dio tende le mani per la conversione, lasciando aperte con amore le braccia dell’accoglimento di un comunque fratello, senza confondere il peccato con la fobia. La religione non è un partito politico che può cambiare nome demolendo le colonne portanti del Tempio della propria anima e la finalità della fede non può essere stravolta per accogliere tutti,  perché si regge su dei principi fondamentali ed immodificabili ed oggi, per fortuna, non è un obbligo seguirli.“ Noi siamo coscienti dell’inquietudine, che agita alcuni ambienti moderni in relazione alla fede. Essi non si sottraggono all’influsso di un mondo in profonda trasformazione, nel quale un così gran numero di certezze sono messe in contestazione o in discussione. Vediamo anche dei cattolici che si lasciano prendere da una specie di passione per i cambiamenti e le novità. Senza dubbio la Chiesa ha costantemente il dovere di proseguire nello sforzo di approfondire e presentare, in modo sempre più confacente alle generazioni che si succedono, gli imperscrutabili misteri di Dio, fecondi per tutti di frutti di salvezza. Ma al tempo stesso, pur nell’adempimento dell’indispensabile dovere di indagine, è necessario avere la massima cura di non intaccare gli insegnamenti della dottrina cristiana. Perché ciò vorrebbe dire – come purtroppo oggi spesso avviene – un generale turbamento e perplessità in molte anime fedeli”. (Paolo VI).

https://www.corrierenazionale.net/2023/11/26/il-vicario-di-cristo-rieduca-il-pensiero-di-cristo/

 

 

L’altra faccia della deriva

di Salvatore Maria Mattia Giraldi

Vice Direttore Il Corriere Nazionale 

La difesa dei propri diritti non può diventare prevaricazione nei confronti degli altri, è quanto sembra stia accadendo nel mondo occidentale dove la forte politicizzazione dei movimenti LGBT, che ormai sono diventati una lobby molto potente, rischia di creare forti tensioni sociali se non addirittura di spaccare in due la società stessa. L’anello debole dell’acceso individualismo di tali gruppi sta nell’atteggiamento oppositivo che hanno assunto nei confronti dei cosiddetti etero e nei confronti degli stessi bambini che non c’entrano nulla nella difesa dei loro diritti; giova ricordare a tal proposito uno dei tanti slogan cantati durante le numerose manifestazioni LGBT: “siamo persone stravaganti… veniamo per i vostri bambini…”, sono parole sicuramente molto inquietanti o addirittura minacciose che in un genitore creano ansia, preoccupazione, paura perché non si comprende quali siano le loro pretese sui bambini e soprattutto perché . Bambini che certamente non hanno nulla a che vedere con la difesa dei diritti LGBT e tanto meno con la loro pretesa legge sulle adozioni. Parliamo di bambini lontani dalle loro manifestazioni, soggetti minori incapaci di autodeterminazione che vanno tutelati da chi ne detiene il diritto più di chiunque altro!
Come si può parlare di bambini e sesso ?
Quale mente perversa può partorire un disegno così riprovevole e soprattutto perché ?
Dove si vuole arrivare ?
Il modo in cui si propongono tali gruppi certamente non giova ad un confronto sereno e democratico col resto della società, soprattutto per certi atteggiamenti prevaricatori che addirittura pretendono di andare a scardinare il modus vivendi che da sempre ha scandito la vita dell’uomo e la stessa organizzazione di tutte la varie società umane che si fondano sulla famiglia come luogo di sopravvivenza nei secoli di quel determinato popolo, come  memoria storica, identità, civiltà e cultura. Heghel, forse il più grande filosofo dell’Occidente, in un tempo non molto lontano affermava che il nucleo fondante di ogni Stato è la famiglia, oggi la famiglia è vittima di continui e sconsiderati attacchi e non è un caso  che gli Stati occidentali sono sempre più delegittimati in ogni azione politica, sociale ed economica che viene etichettata con disprezzo come politica sovranista dalla stampa del potere trasnazionale e globalista. Ma un altro grave problema si sta aprendo con l’applicazione del “politicamente corretto” a tanti aspetti della vita civile e culturale, applicazione che nei fatti è l’atteggiamento più scorretto e prevaricatore che toglie libertà di pensiero e di espressione a tutti i livelli. Purtroppo ancora una volta le vittime sono sempre i più deboli ed indifesi, i bambini, che in questo delirio morale ed ideologico vengono privati della cosa pìù bella: la fantasia ed il diritto di sognare ed immaginare un mondo di colori, fate, elfi , nani, principi azzurri, animali parlanti ecc. accade così che la Walt Disney, in barba al rispetto per le immortali fiabe dei Fratelli Grimm, riscriverà nuovi cartoni che non guarderanno più alla tutela del mondo fantastico dei piccoli, ma alla difesa del mondo LGBT e all’indottrinamento dei più fragili, privati anche del diritto alla purezza, alla semplicità e all’innocenza da un mondo adulto sempre più arido e vuoto che ha dimenticato e ucciso il bambino che è in ognuno di noi. Eppure tutti noi cresciuti tra fabie e fumetti e sopravvissuti mentalmente sani, siamo ancora la maggioranza su questo pianeta. Una maggioranza che deve essere piegata al volere di una minoranza minando la normalità, la serenità e la famiglia. Una maggioranza, contrassegnata da secoli dal vivi e lascia vivere, che non vuole in alcun modo ledere i diritti di nessuno, una maggioranza che condanna la prevaricazione, l’avversione basata sul pregiudizio e l’operato delinquenziale nei confronti di tutti, che pretende rispetto e che non può essere soggetta a stravolgimenti di alcun genere per affermare gli orientamenti di alcuni, sarebbe come voler tutelare le donne dal femminicidio ed affermare i loro diritti  uccidendo tutti gli uomini. Questo ostentato tentativo di involuzione della specie, probabilmente con un fine di depopolazione consequenziale all’impossibilità della fecondità, lo si vuole imporre a tutti confondendo e stravolgendo le menti e la morale in nome di una presunta affermazione di diritti di pochi, già sanciti dalla Costituzione Italiana. La vacatio spirituale del trono di Pietro sta affermando nel nostro paese una laicità oppressiva che determina la caduta dei valori e dei dettati cristiani per meglio affermare sesso, perversione e potere, un vero terremoto nel costrutto di Wojtyla che seppe affermare con determinazione e forza  libertà, diritti e valori della Chiesa. Una Chiesa, oggi, spiritualmente alla deriva probabilmente accecata da una esterofila solidarietà e da un assurdo modernismo che verosimilmente hanno costretto nell’angolo un grande teologo, umile e coraggioso, di nome Ratzinger, vanificando gli sforzi ed il grande lavoro del suo predecessore. All’esterno di ogni ideologia e colori, senza dar corpo alle teorie complottiste, resta una grande confusione, un’accozzaglia di idee disorientanti ogni giorno più variopinte così come assurde, una estenuante ricerca di diritti che tendono ad affermare una società futura basata sul sesso confuso e sulla alienazione  dell’identità biologica di genere. E’ del tutto normale  porsi delle domande e la prima senza altro potrebbe riguardare il risanamento della sanità pubblica, della giustizia, del lavoro che non trovano giusta accoglienza presso gli scranni del Parlamento con la stessa forza e determinazione delle continue proposte di affermazione dei diritti LGBT. Una profonda riflessione a tutela della società che verrà, nel pieno rispetto di tutti gli esseri umani, delle loro diversità, delle loro idee, dei loro orientamenti e delle loro capacità dovrebbe partire dalle parole di un Cristo uomo, che al di là di ogni dogma, ci ha parlato di diritti: “ chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da un asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali!”. Un severo ammonimento che lascia intravedere un impietoso aldilà sul cammino di burattini e burattinai.

https://www.corrierenazionale.net/2023/08/05/laltra-faccia-della-deriva/